Punto d’Incontro, Milena Berlanda lascia la direzione: “Sarò sempre presente in veste di volontaria”

È entrata al Punto d’Incontro il 1° ottobre 2005, a 25 anni. In quel periodo era una studentessa di Sociologia che doveva scrivere una tesi di laurea in Strategie di sopravvivenza in strada delle persone senza dimora. Diciassette anni dopo, il 30 settembre 2022, Milena Berlanda ha lasciato la cooperativa sociale di via Travai, di cui nel frattempo aveva assunto la direzione, anche se, come ci racconta, “non credo che riuscirò a dire addio definitivamente al Punto d’Incontro: sarò presente sicuramente nella veste di volontaria e, se ci sarà bisogno, offrirò il mio aiuto”.

Il 20 dicembre il Punto d’Incontro ha annunciato una stagione di “grandi cambiamenti”. Con la decisione di Berlanda, dettata dal desiderio e dal bisogno di seguire la sua famiglia e i suoi due bambini, la cooperativa sociale sarà guidata da un nuovo direttore, di cui si saprà il nome a inizio anno.

“È stata la mia tesi di laurea – ricorda Berlanda – a portarmi al Punto d’Incontro, dove, assieme a don Dante Clauser, c’erano Piergiorgio Bortolotti ed Angelo Poletti, un operatore storico che è tuttora attivo nella cooperativa”.

Oltre alla ricerca, Milena ha scelto di prestare qualche ora di volontariato per conoscere meglio le persone senza dimora. “Qualche mese dopo la mia laurea, Piergiorgio Bortolotti mi ha chiamato per una sostituzione”, racconta. “Così ho iniziato a lavorare al Punto d’Incontro come operatrice. Il primo anno ho lavorato anche al dormitorio di Ravina, che ora non c’è più da qualche anno”.

Milena Berlanda assieme a Piergiorgio Bortolotti e a don Dante Clauser

Dopo aver svolto il ruolo di operatrice in via Travai, Milena Berlanda è diventata coordinatrice del laboratorio di falegnameria di via Maccani, che si occupa dell’inserimento lavorativo delle persone seguite dal Punto d’Incontro. “Infine, sette anni fa – dice – ho assunto la direzione della cooperativa, che ho mantenuto fino a fine settembre. Sono stati 17 anni tondi tondi, quelli che ho passato al Punto d’Incontro. Ho iniziato il 1° ottobre 2005 ed ho finito il 30 settembre 2022”.

Milena ha una bambina di sei anni e ha avuto un altro figlio l’anno scorso. “Non riesco a gestire la famiglia e questo lavoro insieme – spiega -, anche perché l’emotività che un incarico di questo tipo porta con sé è molta, per come lo interpreto e vivo io”.

I primi insegnamenti, ricorda Milena, sono stati quelli ricevuti da don Dante, “una persona imponente e che aveva la capacità di emozionare”, per come la ricorda. “Ogni volta che faceva un discorso mi mettevo a piangere – racconta – perché riusciva a colpire la pancia delle persone. Mi ha dato tanto, anche se non sono mai entrata molto in confidenza con lui, perché mi metteva in soggezione. Nutrivo nei suoi confronti una sorta di timore reverenziale. È stato lui ad insegnarmi che, per fare questo lavoro, ci vogliono cuore e cervello, ma anche tanta forza”.

E poi, per 17 anni, gli insegnamenti sono arrivati dagli utenti che ogni giorno passano da via Travai. “Tutti mi hanno donato qualcosa. Sia le persone più simpatiche, sia quelle più difficili”, commenta Milena. “Don Dante continuava a ripetermi che i senza dimora sono brutti, cattivi e puzzolenti. ‘Non aspettarti riconoscenza per questo lavoro’, diceva, aggiungendo che le persone si accolgono a prescindere da come sono fatte. Questo – aggiunge Berlanda – è un lavoro impegnativo perché ti fa da specchio: la sofferenza delle persone che arrivano al Punto d’Incontro costringe ad affrontare le proprie sofferenze e i propri limiti. Bisogna avere le spalle larghe, e con quelle non ci nasci: te le fai nel tempo”.

Negli anni, Milena Berlanda ha visto cambiare il Punto d’Incontro. “Quando ho iniziato, nel 2005, la cooperativa era già strutturata, ma le persone che arrivavano non erano tantissime, mentre ora sono molte di più: le nostre cuoche preparano anche 200 pasti al giorno. E poi cambiano gli utenti. Noi diciamo sempre che siamo come uno specchio del mondo, perché in via Travai arrivano persone che provengono anche da 170 Paesi diversi. Un tempo si rivolgevano a noi le donne dell’Est Europa, poi c’è stato un boom dei minori albanesi e la primavera araba con gli arrivi dal Maghreb, che ora sono decisamente calati. Negli ultimi anni abbiamo vissuto una grossa presenza di richiedenti protezione internazionale, soprattutto dal Pakistan”.

Cambiano anche le fragilità che chi lavora al Punto d’Incontro deve affrontare. “Un tempo ci trovavamo ad accogliere persone italiane con grosse fragilità – racconta Milena -, mentre oggi incontriamo persone che non hanno ‘limiti’ se non quelli imposti loro dalle condizioni economiche”.

Come anticipato, quello di Milena al Punto d’Incontro non sarà un addio definitivo. “Una volta che ci hai messo piede, il Punto d’Incontro entra a far parte di te. Si creano legami importanti, e da ogni presidente che ho visto passare – tra gli altri, Vincenzo Passerini e padre Alberto Remondini – ho imparato qualcosa. Farò sicuramente volontariato e, se ci sarà bisogno, darò una mano. I volontari sono sempre tantissimi, soprattutto tra gli studenti universitari e i pensionati. Non abbiamo mai dovuto sforzarci per cercarli: sono loro che arrivavano a noi”.

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina