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È già nelle librerie di tutt'Italia il nuovo libro di Raffaele Sardo "Per rabbia e per amore. Le impronte dei passi di don Peppe Diana" (Guida Editori). Si tratta di un racconto diverso dagli altri perché a farlo è direttamente il protagonista, don Peppino Diana, ucciso dalla camorra il 19 marzo 1994 a Casal di Principe, nella sagrestia della sua chiesa. Un dialogo tra lui, la mamma Iolanda Di Tella, morta nel 2020, il padre ed altre figure simbolo della lotta alla camorra come Peppino Impastato e la mamma Felicia. Nomi e racconti di chi ormai non c'è più è quello che ha immaginato l'autore del libro, amico di don Peppino e con lui testimone di numerose battaglie per la libertà dal sistema camorristico che galvanizzava e imbavagliava tante persone. Il libro, che porta la prefazione di don Luigi Ciotti, presidente di Libera e del vescovo emerito di Caserta, Raffaele Nogaro, è diviso in due parti, la prima riservata al dialogo tra madre, padre e figlio, dove la mamma di don Peppino racconta al figlio cosa è accaduto dopo la sua uccisione a Casal di Principe e dintorni, di come si siano evoluti i contesti. Traspare il dolore della donna, la sofferenza provocata dal martirio del figlio e l'incontro con il dolore di un'altra madre, quella di Peppino Impastato, il giornalista ucciso a Cinisi dalla mafia. Dal dialogo delle due donne emerge appunto la rabbia e il dolore, espressione che da' il titolo al libro. La seconda parte del lavoro di Raffaele Sardo è una ricostruzione storica dei fatti di camorra in particolare del clan dei casalesi protagonista di uno dei momenti più efferati della lotta di camorra che tra gli anni '80 e '90 fece registrare nell'area tra San Cipriano d'Aversa e Casal di Principe il più alto tasso di omicidi in tutta Europa. Il libro è anche il tentativo di dare vita ad una narrazione religiosa di don Diana, atteso che la narrazione civile del sacerdote è stata già abbondantemente raccontata in questi anni. È il profilo vocazionale di don Diana a tracciare questa analisi che porta al suo martirio, dove i segni di una predestinazione sono sempre più visibili. "È un don Diana inedito, che si affaccia da queste pagine - scrive sn Lugi Ciotti nella prefazione - Un Peppe Diana vivo, molto umano, 'in relazione' e non chiuso dentro il suo personale, tragico destino. Tutto il contrario insomma di quei "santini" nei quali si rischia di trasformare le vittime innocenti delle mafie quando vengono celebrate in maniera retorica. Come tutti i libri di Raffaele Sardo - continua don Luigi Ciotti - questo non è un racconto di morte, ma di vita. Non è un volume da leggere per passare il tempo, ma ci impone di non lasciar passare altro tempo senza che noi stessi raccogliamo il testimone di queste vite e di questo impegno, per rabbia e per amore. Se posso permettermi, soprattutto Amore".

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