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"Pretendiamo una scuola in cui tutt3 siano nelle condizioni di esprimere se stess3 senza timore di essere repress3 e punit3"

Migliaia di studenti sono scesi in strada nel centro di Palermo per contestare le manganellate della Polizia nelle manifestazioni pro-Palestina e denunciare il massacro in corso nella Striscia di Gaza. Ragazzi e ragazze di almeno quindici scuole della città si sono ritrovati in gran numero questa mattina in Piazza Verdi da dove hanno dato inizio al corteo per manifestare solidarietà agli studenti del liceo Artistico Russoli di Pisa, brutalmente e ingiustificatamente caricati dalla Polizia in tenuta anti-sommossa la settimana scorsa. “Le immagini degli ultimi giorni che ritraggono decine di student3 manganellati a Pisa, Catania, Bologna, Verona e Napoli in cortei pacifici per denunciare il genocidio che sta avvenendo in Palestina, non fanno che alimentare questo clima di repressione, a cui non abbiamo intenzione di piegarci”, hanno denunciato in un comunicato i collettivi e i sindacati studenteschi promotori della giornata.
“No alle bombe sulle teste, noi ai manganelli per fermare le proteste”. Questo uno degli slogan esposti stamani. E ancora. “Manganelli=Fallimento”. Chiaro riferimento alle parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha condannato i fatti di Pisa, strigliando il ministro degli Interni Piantedosi.


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Questo è un governo che ci vorrebbe omologati, che vuole uccidere il nostro pensiero critico, che reprime chi dissente rispetto alle politiche nazionali perseguite e che vuole zittire chi osa parlare del genocidio in corso in Palestina”, gridano.
Il colorato e vivace corteo, abbellito da manifesti, striscioni e canzoni, è sfilato lungo via Maqueda, passando per i Quattro Canti, dove è stato srotolato il bandierone della Palestina ed è stato dato spazio alla comunità palestinese della città, rappresentata da Voci nel Silenzio.
Diversi i temi toccati dai giovani manifestanti questa mattina. Non solo repressione del dissenso nelle aule e nelle piazze organizzate dagli studenti. Ma anche argomenti che riguardano ogni giorno tutte le scuole dello Stivale, di ogni ordine e grado. Come la fatiscenza delle strutture scolastiche, l’alternanza scuola-lavoro, il militarismo nelle classi, la narrazione della dottrina colonialista, la latente educazione maschilista. Il manifesto dei giovani di Palermo è un piccolo pamphlet contro il dominio dell’uomo bianco e i soprusi che questo esercita, a partire dal genocidio in Palestina per mano di Israele. Spazio anche per la richiesta di liberazione del giornalista Julian Assange.
“Noi student3 di Palermo sentiamo l’esigenza di organizzare la nostra rabbia e rivendicare la nostra idea di scuola, diametralmente opposta alle linee dettate dall’attuale governo che, in perfetta continuità con le politiche di divisione sociale, mira a reprimere la libertà di espressione e di manifestazione”, affermano.
“L’impostazione della scuola, dal modello di valutazione e competitività che ci impongono all’alternanza scuola-lavoro, dalla militarizzazione dell’istruzione all’educazione machista che vorrebbero farci credere sia l’unica possibile, si fonda su logiche di mortificazione che come scopo unico hanno quello di formare una nuova classe di manodopera da sfruttare e da non educare”.


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Quindi si scagliano contro il ministro dell’Istruzione Valditara e le sue riforme. “La scuola è per noi il primo presidio di cura e lotta. La scuola di Valditara, invece, è a favore solo di pochi che possono permettersi il caro libri e un’istruzione privata”.
“La nostra scuola è accessibile e sicura a tutte le soggettività eteronormate, non binarie e neurodivergenti.
È una scuola dove la salute mentale, psicologica e sessuoaffettiva è al primo posto, dove ci vengono dati strumenti di comprensione del presente, dove il pensiero critico viene non represso ma coltivato, una scuola con spazi e momenti di autogestione”. “La nostra scuola - aggiungono - è transfemminista, uno spazio sicuro da attraversare e dove essere educati anche sul piano sessuale, affettivo e del consenso”.
Fortissimi il sentimento antifascista e antimafia degli studenti, che rivendicano una resistenza culturale intersezionale. “Pretendiamo una scuola che sia realmente contro la mafia, che offra diritti, spazi di autogestione e che resti aperta anche in orario extracurricurale. Una scuola che lavori in sinergia con il territorio, specie nei territori abbandonati dalle istituzioni dove la mafia regola la vita sociale dei cittadini”. Il sentimento antimafia è forte tra questi giovani.
“Vogliamo una scuola che faccia veramente memoria perchè se è vero che la mafia teme l’istruzione, la lotta alla mafia nelle scuole non può essere ridotta alle passerelle istituzionali ma deve passare dalla conoscenza dei fatti tutt’oggi taciuti”. “Pretendiamo una scuola in cui tutt3 siano nelle condizioni di esprimere se stess3 senza timore di essere repress3 e punit3”, questo il messaggio del Coordinamento Studenti In Lotta.

Foto © ACFB

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