Focus su: Tra il silenzio e il tuono di Roberto Vecchioni

Tra il silenzio e il tuono roberto vecchioni Focus copertina

Il cantautore italiano torna in libreria con il suo romanzo più intimo e struggente, raccontando ad un fantomatico nonno alcuni degli episodi più significativi della sua vita. Li riporta in presa diretta, proprio mentre gli accadono, a dieci, quindici, trenta e ottant’anni.  

«Un libro in cui racconto la mia vita a partire dalla mia infanzia con delle lettere indirizzate ad un nonno che non risponde mai, ma ha una bella fantasia perché scrive a tante persone sui temi più svariati, parla soprattutto di cultura. Io nelle mie lettere parlo solo di cose che accadono, di fatti verghiani».

Roberto Vecchioni, “il professore filosofo” della canzone italiana, poeta e già autore di romanzi e saggi, ha pubblicato un libro intimo e struggente a due voci: quella dell’autore, a dieci, quindici, trenta, ottanta anni e quella di un misterioso nonno. Già dal titolo, autocitazione dalla sua canzone “Chiamami ancora amore”, emerge il rimando autobiografico insieme all’analisi dei grandi temi che animano la passione del cantautore milanese: la letteratura, la filosofia, la musica e il cinema.

“Tra il silenzio e il tuono” è composto da cinquantatre lettere, che costruiscono, per frammenti, la storia di una vita: sconfitte, vittorie, sogni, disincanti. La scelta narrativa è originale, quasi una sfida per affrontare uno dei temi più cari al Prof. Vecchioni: il doppio, l’artista e l’uomo, la vita nel suo oggettivo divenire e gli interrogativi della coscienza.

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Tra il silenzio e il tuono
Roberto Vecchioni

C’è un’età della vita in cui si può trovare una voce pura: una voce tra il silenzio e il tuono. Non c’è un altro modo per parlare di sé, forse, quando guardarsi indietro, e dentro, è lo stesso movimento. E tutto, proprio tutto – le gioie, i dolori, la scoperta dell’amore come quella della morte – è in noi con la stessa forza. Attraverso le lettere di un ragazzo che cresce e di un misterioso nonno, Roberto Vecchioni ha scritto il suo romanzo più intimo e struggente. Questo è un romanzo fatto di lettere, ma non è un romanzo epistolare come gli altri. Si alternano due voci: da una parte c’è lui, Roberto Vecchioni, che racconta a un fantomatico nonno alcuni degli episodi più significativi della sua vita. Li riporta in presa diretta, proprio mentre gli accadono, a dieci, quindici, trenta, ottant’anni. Infanzia, amicizie, studi, canzoni, dolori, amori. Sconfitte e vittorie. Il nonno, dal canto suo, non gli risponde mai: forse non ce n’è bisogno, forse conosce Roberto fin troppo bene. Le sue lettere sono indirizzate ad altri personaggi, veri o immaginari, e affrontano gli argomenti più disparati. […]


La trama

Una storia fatta di lettere, la storia di un ragazzo che racconta alcuni degli episodi più significativi della sua vita, che cresce, tra vittorie e sconfitte, gioie, dolori, scoperta dell’amore, scoperta della morte. Il nonno, dal canto suo, non gli risponde mai: forse non ce n’è bisogno, forse conosce Roberto fin troppo bene.
Il tempo orizzontale e il tempo verticale, il prima e il dopo si confondono e si illuminano a vicenda in un racconto che spazia tra i generi letterari e tiene insieme vita e visione, disseminando lapilli di saggezza e favolosa meraviglia. E anche se le lettere di Roberto raccontano la storia di una vita – e insieme la storia di un corpo, che sente, ama, si ferisce, si ammala – e quelle del nonno sono fuori del tempo e dello spazio, capita di rimanere spiazzati, perché ogni tanto parlano di qualcosa che sembra essere accaduto a entrambi.

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