Winny Puhh

Winny Puhh: from Estonia the surprising
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Si sa poco, quasi niente, della scena musicale indipendente estone. Ed è un vero peccato perché è una delle più all’avanguardia fra quelle delle ex repubbliche sovietiche. A confermarlo, primo fra tutti, è Rick Owens. Lo stilista americano, famoso per i tagli gotici dei suoi abiti “ambientati” in scenari da film post-apocalittici, a giugno, durante le ultime sfilate maschili di Parigi per la prossima primavera/estate 2014, ha sorpreso tutti portando in passerella, accanto ai modelli della nuova collezione, anche una strabiliante performance dei Winny Puhh.

In abiti da guerrieri urbani, alla Trent Reznor, maschere da Pianeta delle scimmie e con il cantante Indrek Vaheoja in versione metal di Gandalf, i sei membri della punk band estone, originaria di Põlva, hanno dato un assaggio in mondovisione della violenza della propria creatura musicale, suonando appesi a testa in giù e con i due batteristi “incollati” a una ruota girevole perpendicolare al terreno.

Da vent’anni il gruppo è uno dei principali protagonisti della scena rock d’avanguardia dell’Est Europa, talmente provocatorio da presentarsi all’ultima edizione di Eurovision, dove è stato ovviamente squalificato. Ma il tam tam della performance seguito sul web ha portato i Winny Puhh all’attenzione del resto d’Europa, compreso Rick Owens, grazie al quale ora sono la rock band più chiacchierata del momento.

Insieme dal 1993, il gruppo, che ama presentarsi in pubblico con il volto nascosto da maschere o make-up elaborati, è nato da un’idea di tre compagni di liceo con la passione per il metal “en travesti” dei Kiss, le provocazioni e il sarcasmo di Frank Zappa, l’industrial rock dei Nine Inch Nails, la teatralità della Fura dels Baus e Winnie the Pooh – da cui il nome della band. "Era il nome più stupido che ci è venuto in mente, e quindi lo abbiamo scelto. L’idea è stata del nostro batterista, risale ai tempi della scuola. Ci sembrava un bel contrasto con il genere di musica che facciamo, soprattutto dal vivo i nostri show sono esperienze di puro raw power", dichiarano.

Fenomeno di culto affermatosi negli ambienti indie con due album, sono arrivati al successo in patria nel 2006 con il brano Nuudlid ja hapupiim (Noodles and sour milk) e, due anni dopo, con il video Vanamutt (The old lady), nominato agli Estonian Music Awards, e la hit Peegelpõrand (Mirror floor). Ora la fortuna internazionale sta arrivando con Meiecundimees üks Korsakov läks eile Lätti (Our homeboy Korsakov went to Latvia yesterday), il brano che è costato ai Winny Puhh la bocciatura (per fortuna) agli Eurovision, ma la promozione alla sfilata di Rick Owens. "La canzone parla di un ragazzo che in una vita precedente ha fatto alcune scelte sbagliate e al quale di conseguenza spetta un infelice destino. Ma alla fine si ravvede, diventa una persona caritatevole, aiuta la gente", spiegano, e anticipano di essere al lavoro sul prossimo album con cui sperano di arrivare nelle arene di tutto il mondo.

L'Uomo Vogue, ottobre 2013 ( n. 444)

Photo by Kalle Veesaar